Pubblicato il 11 Giugno 2020
Con la tempesta della pandemia di Covid-19, per la prima volta tutta l’umanità si è trovata sulla stessa barca e ha guardato il Papa – credenti e non credenti – attendendo da lui una parola che potesse rischiarare le tenebre. Papa Francesco ha raccolto su di sé questo grido. Come pastore che guida il suo gregge, come pontefice, ponte tra Dio e l’umanità, ha messo davanti ad esso la domanda di Gesù «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Ha così donato in tutto questo tempo, parole che hanno accompagnato e sostenuto nei momenti speciali di preghiera, durante i Regina Caeli, così come durante la messa mattutina in Santa Marta, il popolo a lui affidato.
Con estremo realismo non ha nascosto la gravità dei problemi, ma non ha ceduto alla paura né al fragile ottimismo dell'”andrà tutto bene” e ha fatto risuonare l’annuncio cristiano nei suoi termini essenziali: la fede in Cristo come sicuro fondamento su cui edificare la vita e le opere. Perché solo Dio sa trasformare il male in bene, togliere la pietra dai sepolcri».
Proprio per non disperdere questo grande tesoro, Itaca Edizioni pubblica Il contagio della speranza (a cura di Eugenio Dal Pane, con la prefazione di S.E. Mons. Giovanni Mosciatti, vescovo di Imola). Un libro «nato dall’attrattiva destata dalla testimonianza di Francesco e dal desiderio che la speranza che lui ha trasmesso al mio cuore» scrive il curatore nell’introduzione «possa contagiare il cuore di tanti altri.
Per questo Eugenio Dal Pane ha riportato nel libro il lavoro da lui svolto sui testi del Papa. «Titoli, introduzioni, suddivisione dei testi in paragrafi, focalizzazione di alcune parole e temi che mi hanno aiutato a cogliere più in profondità quella che a me è parsa una sorta di “enciclica” della speranza, nata sul campo, di cui abbiamo bisogno per riprendere il cammino, come un “compagno di viaggio” al quale guardare e di cui riascoltare le parole perché anche il nostro cuore arda e possiamo contribuire a costruire un pezzo di mondo rinnovato».
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