Don Josef Toufar ritorna a Číhošt’

Pubblicato il 6 Luglio 2015

Dopo 65 anni, le spoglie di don Josef  Toufar, morto martire il 25 febbraio 1950 in seguito ai brutali maltrattamenti subiti da parte della Polizia segreta cecoslovacca, ritorneranno a Číhošt’  per una dignitosa e cristiana sepoltura, al termine della delicata operazione di riesumazione dalla fossa comune del cimitero di Praga-Dáblice.

Uno dei momenti della riesumazione dei resti di don Toufar, autunno 2014 (foto archivio M. Doležal).
Uno dei momenti della riesumazione dei resti di don Toufar, autunno 2014
(foto archivio M. Doležal).

 

Nei giorni 11 e 12 luglio 2015, il villaggio boemo di Číhošt’, dove l’11 dicembre 1949 avvenne il cosiddetto “miracolo” della croce, si appresta a celebrare il ritorno del suo parroco don Josef  Toufar con un ricco calendario di eventi culturali e di funzioni liturgiche che culminerà con la deposizione dell’urna contenente le spoglie del martire all’interno della chiesa dell’Assunzione della B.V. Maria.

Il programma celebrativo – organizzato dalla Diocesi di Hradec Králové, in collaborazione con il comune e la parrocchia di Číhošt’, sotto gli auspici del ministro della cultura della Repubblica Ceca, Daniel Herman – inizierà sabato 11 luglio alle ore 12 con l’esposizione in chiesa dell’urna, che verrà poi definitivamente deposta domenica 12 luglio, a conclusione della Messa solenne celebrata dal vescovo, mons. Jan Vokál, e dal cardinale di Praga e primate della Repubblica Ceca, Sua Em.za Dominik Duka.

Nel corso delle due giornate si susseguiranno eventi culturali di vario genere: letture di stralci di omelie e meditazioni di don Toufar con proiezione di fotografie d’archivio, opere musicali ispirate ai suoi testi, filmati dell’epoca sul “miracolo” di Číhošt’ e su don Josef  Toufar, tra cui il film Guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo, un vero e proprio distillato di propaganda antireligiosa nel quale furono inserite le riprese della ricostruzione del “miracolo” fatte dalla Polizia segreta nella chiesa di Číhošt’ la notte del 23 febbraio 1950, a riprova della «cospirazione vaticana contro il regime popolare-democratico».

Alle celebrazioni interverranno anche il giornalista e scrittore Miloš Doležal, autore del libro Come se dovessimo morire oggi. La vita, il sacerdozio e il martirio di don Josef  Toufar (ediz. it. Itaca-La Casa di Matriona 2015), e don Tomáš Petráček, postulatore della causa di beatificazione avviata dalla Chiesa ceca nel 2013 proprio a seguito della pubblicazione di questo ritratto biografico e spirituale, che ha contribuito a riportare alla ribalta, dopo molti anni, il “caso Toufar” – uno degli attacchi più atroci del potere comunista contro i cristiani dell’Europa centro-orientale e che diede inizio alla repressione della Chiesa Cattolica in Cecoslovacchia –, facendosi in un certo modo portavoce di quei sentimenti di affetto e di devozione che lo circondano ormai da decenni.

«La storia di questo sacerdote torturato non deve essere dimenticata. Penso che la sfida per la Chiesa consista nell’intraprendere i passi necessari per poter chiedere la sua intercessione, sapendo che attraverso la sua fedeltà, il suo coraggio e la sua umanità egli saprà parlare anche alla coscienza del mondo contemporaneo» (card. Dominik Duka).

La chiesa di Číhošt’ (foto T. Menotti).
La chiesa di Číhošt’
(foto T. Menotti).
Číhošt’ nel 1950. Sullo sfondo la chiesa (foto archivio M. Doležal).
Číhošt’ nel 1950. Sullo sfondo la chiesa
(foto archivio M. Doležal).

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