Il maestro vetraio: un giallo appassionante (ma non solo)

Pubblicato il 26 Aprile 2016

di Eugenio Andreatta

«Venezia era apparsa all’improvviso». Questo l’incipit de “Il maestro vetraio”, il romanzo che Alberto Raffaelli propone, per le edizioni Itaca, dopo il successo, favorito anche da concomitanti fatti di cronaca, de “L’Osteria senza oste”.

E Venezia non è solo uno sfondo nel romanzo di Raffaelli. Non è un luogo letterario. È un luogo vero, vissuto in prima persona dall’autore. I riferimenti topografici sono sempre molto puntuali. Raffaelli Venezia l’ha vissuta, l’ha amata e nel volume questo amore diventa conoscenza profonda, dettagliata. «Venezia è come una vera da pozzo, una di quelle che sorgono in mezzo ai campielli, su cui possiamo sporgerci per ficcare lo sguardo nel buio e cercare là in fondo… Perché non si può amare davvero senza cercare di capire».

Venezia però è anche Marghera, una periferia violentata dagli insediamenti industriali che poi hanno lasciato lo spazio ad abbandono e desolazione, oltre che a traffici di merci e denaro quando non di persone. Ma proprio in questa periferia devastata sceglie di operare – anzi sono i fatti che lo conducono, una commessa del Comune di Venezia – Benedetto Zaccaria, figlio di maestro vetraio e vetraio lui stesso, che lavora per recuperare la chiesa diroccata della Madonna del mare senza ricostruire la muratura, ma installandovi attorno una vetrata in dodici quadri.

È proprio la figura di Benedetto e i quadri della sua vetrata a dare il ritmo e indicare l’orizzonte ultimo del romanzo. Perché se con “Il maestro vetraio” le regole del giallo sono rispettate fino in fondo – del giallo ha la struttura, il ritmo serrato, la consequenzialità delle situazioni – giallo tuttavia non si può definire. La narrazione si configura piuttosto come un grande affresco, scandito dalla descrizione dei singoli quadri della vetrata. Un Giudizio Universale (evidente e presente nel libro il riferimento ai mosaici di Torcello) dei nostri tempi, in cui entrano storie estreme, crude, scene di ordinari inferni generati dagli idoli dell’usura, della lussuria e del potere, ma anche scene – potentissima e dal sapore dostoevskiano l’ultima dei mendicanti – in cui emerge la forza del perdono e della misericordia. Raffaelli racconta la corruzione, lo sfruttamento, la falsità dei potenti, le trame dell’autorità civile e la compiacenza delle sfere ecclesiastiche e nel contempo lascia agli “ultimi” il compito di dire un’ultima parola su tutto ciò. Che non è una parola di condanna.

Se questo è l’intento e l’impianto del romanzo, dobbiamo aggiungere che l’autore poi ci regala una serie di personaggi che sa gestire con disinvoltura, sempre freschi e credibili. Benedetto, anzitutto, figura cardine del romanzo, l’investigatore Giovanni Zanca (già presente ne “L’Osteria senza oste”), l’ambizioso vicesindaco Marco Scarpa, il misterioso “Barba”, gestore di un bar di Marghera e forse di molti altri affari non sempre puliti, ma anche gli indimenticabili Nick, il ragazzino che ha adottato una gallina, Orges, il ladro di timbri (in una delle pagine più irresistibili dell’opera), o lo stralunato Davide con la sua insolita forma di disabilità. Personaggi coerenti (con qualche riconoscibile cenno a persone reali), ben orchestrati, per una vicenda che si legge d’un fiato e che mescola i registri della cronaca e della narrazione di ampio respiro, dell’ironia e del dramma, tenendo sul filo il lettore fino alla poetica, lieve conclusione.

 

 

Commenta


 

Maggiori informazioni

Chiudi

Necessari

I cookie necessari sono i cookie tecnici cioè quelli il cui utilizzo non richiede il consenso dell’utente.

Questi cookie sono essenziali per consentire di navigare in un sito web e utilizzarne tutte le funzionalità. Senza questi cookie, che sono assolutamente necessari, un sito web non potrebbe fornire alcuni servizi o funzioni e la navigazione non sarebbe agevole e facile come dovrebbe essere. Un cookie di questo tipo viene inoltre utilizzato per memorizzare la decisione di un utente sull’utilizzo di cookie sul sito web.

I cookie tecnici sono essenziali e non possono essere disabilitati utilizzando questa funzionalità.
In generale comunque i cookie possono essere disattivati completamente nel proprio browser in qualsiasi istante.

Chiudi

Statistiche

I cookie statistici vengono utilizzati per monitorare le performances del sito, per esempio per conoscere il numero di pagine visitate o il numero di utenti che hanno visualizzato una determinata sezione.

I cookie statistici utilizzati dal nostro sito si avvalgono di servizio di Google Analytics.

L’analisi di questi cookie genera dati statistici anonimi e aggregati senza riferimento alcuno all’identità dei navigatori del sito. Sono utili anche per valutare eventuali modifiche e miglioramenti da apportare al sito stesso.

Chiudi

Targeting

I cookie di targeting sono cookie impostati da terze parti come YouTube, Facebook, Twitter.

Questi cookie tengono traccia del tuo comportamento come la riproduzione di video o quali tweet hai già visualizzato.

Se non viene dato il consenso a questi cookie, non sarà possibile guardare i video su questo sito web o utilizzare la funzionalità di condivisione sui social.

Questi cookie possono essere utilizzati dal fornitore di cookie per creare un profilo dei tuoi interessi e mostrarti pubblicità pertinenti su altri siti. Non memorizzano direttamente informazioni personali, ma si basano sull'identificazione univoca del browser e del dispositivo Internet.

Chiudi