Como: presentazione di “Liberi in carcere: l’incontro nell’incontro”

Pubblicato il 2 Dicembre 2010

Giovedì 9 dicembre si terrà a Como la serata di presentazione del libro Liberi in carcere: l’incontro nell’incontro (Itaca, Castel Bolognese 2010). L’evento è organizzato dalla cooperativa sociale Homo Faber con il patrocinio del Comune di Como e si svolgerà alle ore 21 nella Biblioteca Comunale di Como – Piazzetta Venosto Lucati 1.
Clicca sulla locandina per scaricare il programma della serata.

Alla serata interverranno Stefano Bruni, sindaco di Como, Giorgio Vittadini, presidente Fondazione Sussidiarietà, Stefano Colli-Lanzi, amministratore delegato Gi Group S.p.A., Alessandro Sallusti, direttore “Il Giornale”, Enrico Castelli, giornalista Rai, Patrizia Colombo, curatrice del libro, e le testimonianze di Edmondo e Madian.

Il libro

Liberi in carcere: l’incontro nell’incontro è la testimonianza della corrispondenza epistolare fra alcuni detenuti, e nasce nell’ambito dell’esperienza condotta da sette anni all’interno della casa circondariale del Bassone di Como dalla cooperativa sociale Onlus “Homo Faber”.

Lo spirito di quest’opera sociale è la valorizzazione della dignità dell’individuo attraverso il lavoro, inteso come asse centrale per la costruzione di un’alternativa alla condizione detentiva, nel tentativo di creare un concreto orizzonte di senso nel percorso rieducativo. È esattamente alla rieducazione del condannato, nel proprio essere uomo e cittadino, che tende quotidianamente il lavoro degli operatori di Homo Faber.

Inoltre, la lettura offre uno spaccato di vita in cui la straordinarietà del contesto carcerario rende affascinante la scansione quotidiana delle giornate. Giornate rischiarate dalla bellezza di incontri che rimandano all’incontro fondamentale con quella Presenza, riconosciuta dalla fede cristiana, che ha la forza di trasformare un cuore di pietra generando un cuore di carne.

Il volume è stato realizzato per iniziativa e a sostegno della cooperativa Homo Faber.

La curatrice

Patrizia Colombo, nata a Monza nel 1963, è sposata, madre di cinque figli e dirigente scolastica in una scuola dell’infanzia. Entra in contatto con la realtà carceraria in un momento molto critico della sua vita. Inaspettatamente, però, questo diventa motivo di cambiamento per lei e per chi la incontra.
Da sette anni è docente nel Centro stampa gestito dalla cooperativa Homo Faber all’interno del Bassone di Como.

un evento organizzato da con il patrocinio del

Rassegna stampa

Il servizio di ETg, la tv di Como.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=B8sujIOrKN4[/youtube]

Corriere di Como, recensione libro, 3/12/2010


CiaoComo, 3/12/2010


Corriere di Como, 3/12/2010


 

Corriere della Sera.it, 2/12/2010


Libero, 2/12/2010


Il Giorno, 2/12/2010


Corriere della Sera.it, 1/12/2010


La Provincia, 1/12/2010


Qui Como, 1/12/2010


CiaoComo, 1/12/2010

La prefazione del volume

Viviamo in una società dove chi sbaglia è dannato: dentro o fuori le sbarre rimarrà sempre prigioniero dei suoi errori, un malvagio da emarginare. Ben diversa è la posizione di chi è stato trattato diversamente. Trattato da qualcuno convinto che, qualunque delitto sia stato commesso, c’è sempre la possibilità di cambiare e ricominciare. Anzi è possibile riprendere un livello di coscienza che non si aveva prima, quando magari si era convinti delle proprie capacità e della propria forza. Questa è la posizione di cui abbiamo bisogno di fronte a chi sbaglia, a noi stessi, ogni volta che sbagliamo.

Liberi in carcere: l’incontro nell’incontro consiste in una serie di riflessioni, commenti, racconti, che Carlo, Alberto (due detenuti del carcere Bassone di Como) e Patrizia, la responsabile della cooperativa Homo Faber che organizza il lavoro in carcere, si scambiano, in nome di un semplice rapporto di simpatia e amicizia nato dietro le sbarre. Presenze che fanno rinascere la speranza in un ambiente dove non si dovrebbe aver più speranza. Anche in carcere un “incontro” che parli al cuore può cambiare un uomo.

Lungo la lettura di queste pagine, ci si convince che il carcere è un luogo limite, in cui l’esperienza umana è costretta a emergere in modo più radicale e per questo la speranza e la libertà appaiono molto più grandi della mera realizzazione delle nostre immagini umane. E così la libertà che traspira dall’esperienza qui raccontata è di monito a tutti, perché mostra che la libertà nasce dall’intimo dell’animo umano e travolge ogni condizione. Non c’è condizione a cui si è sottoposti che possa annullare la nostra grandezza, perché essa consiste nella nostra capacità di rapporto con l’Infinito. È ciò che Patrizia non si stanca mai di richiamare: «Il Destino ha un volto preciso, un volto buono che sa sempre guardarci». E questo è quanto si ha bisogno di sperimentare e ridire, innanzitutto a se stessi: «Il quotidiano che vivo con questi uomini che mi sono messi davanti, che incontro in carcere per due giorni alla settimana, con i quali lavoro, è diventato segno del Mistero presente nella mia vita».

Chiunque faccia un lavoro su di sé, ha qualcosa da insegnare agli altri. E più facilmente chi ha sbagliato gravemente capisce il valore di ciò che ha e del suo compito nella società, meglio di chi pensa di non sbagliare mai. Oggi la funzione rieducativa prevista dalla Costituzione è spesso disattesa. Accade così che nella maggior parte dei casi non è vero che le carceri sono luoghi di recupero e di redenzione dei detenuti. Se ancora interessa l’articolo della Costituzione sullo scopo redentivo del carcere, occorrerebbe non ignorare ciò che la realtà ci suggerisce.

Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà

Leggi il comunicato stampa di Homo Faber Prenota il libro su Itacalibri

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